Ci saranno anche le voci di alcuni parenti delle vittime: Roberto Cantiello, Luigi Gaeta, Stefano e Fabrizio Gandolfi. Ma anche dei familiari dei sopravvissuti, come Felice Rossi, figlio dell’ingegner Vincenzo Rossi, che rimase ferito gravemente ma si salvò.
I giorni della rivolta verranno ripercorsi con chi era presente in quel maggio 1974: il sindaco dell’epoca, Felice Borgoglio; la giornalista Emma Camagna e l’agente di custodia Leonardo Salerno.
Ricostruiranno il quadro storico degli Anni 70 le testimonianze dei giornalisti Andrea Antonuccio (La Voce Alessandrina), Piero Bottino (La Stampa), Enrico Casarini (Tv Sorrisi e Canzoni), Roberto Gilardengo (Il Piccolo) e Giovanni Savarese (Audio Tales).
A raccontare il senso e il valore di quella vicenda anche il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante e la direttrice degli istituti penitenziari alessandrini, Maria Isabella De Gennaro.
Infine, le testimonianze di Antonio Aloia, Tony Frisina, Egidio Lapenta e Paola e Maria Parola, queste ultime rispettivamente figlia e nipote dell’allora sostituto procuratore della Repubblica, Marcello Parola.
Durante la rivolta hanno perso la vita il dottor Roberto Gandolfi, il professor Pier Luigi Campi, l’appuntato Sebastiano Gaeta, il brigadiere Gennaro Cantiello e l’assistente sociale Graziella Vassallo Giarola.
Ci saranno le voci di alcuni parenti delle vittime: Roberto Cantiello, Luigi Gaeta, Stefano e Fabrizio Gandolfi. Ma anche familiari dei sopravvissuti, come Felice Rossi, figlio dell’ingegner Vincenzo Rossi. Con chi era presente in quel maggio 1974 saranno ripercorsi i giorni della rivolta: il sindaco dell’epoca Felice Borgoglio; la giornalista Emma Camagna, e l’agente di custodia Leonardo Salerno. Per ricostruire il quadro storico degli Anni Settanta, ci sono le testimonianze dei giornalisti Andrea Antonuccio (La Voce Alessandrina), Piero Bottino (La Stampa), Enrico Casarini (Tv Sorrisi e Canzoni), Roberto Gilardengo (Il Piccolo) e Giovanni Savarese (Audio Tales). A raccontare il valore di quella vicenda anche il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante, e la direttrice degli istituti penitenziari alessandrini, Maria Isabella De Gennaro. Infine, le testimonianze di Antonio Aloia, Tony Frisina, Egidio Lapenta, Paola e Maria Parola, figlia e nipote dell’allora sostituto procuratore della Repubblica, Marcello Parola.
Il 9 e 10 maggio 1974 viene scritta una delle pagine più buie per la città di Alessandria. Nella Casa di reclusione “Don Soria” di Alessandria, tre detenuti armati, Cesare Concu, Domenico Di Bona ed Everardo Levrero, presero in ostaggio una ventina di persone (insegnanti della scuola carceraria, il medico, agenti di custodia e altri detenuti). I rivoltosi vogliono evadere. Seguiranno due giorni di trattative, di tensione, di dolore, di lacrime e di verità ancora da scoprire. Il bilancio sarà tragico: cinque morti tra gli ostaggi, due tra i rivoltosi e decine i feriti. A perdere la vita saranno il dottor Roberto Gandolfi, il professor Pier Luigi Campi, l’appuntato Sebastiano Gaeta, il brigadiere Gennaro Cantiello e l’assistente sociale Graziella Vassallo Giarola. Dei rivoltosi, Cesare Concu fu ucciso dalle forze dell’ordine, Domenico Di Bona si suicidò, mentre Everardo Levrero rimase illeso e venne processato.
Classe 1983, ha iniziato a fare video con le Vhs. Dal 2016 è direttore delle Comunicazioni sociali della Diocesi di Alessandria. Produttore e regista di “Memoria dimenticata”, per LaV è anche host di “Che cosa direbbe Freud?“.
La redazione de La Voce Alessandrina, diretta da Andrea Antonuccio insieme con i suoi collaboratori ha accompagnato la produzione nel percorso di ricerca storica e di ricostruzione della vicenda, anche attraverso i propri archivi.